Compravendita dell’oro e normativa vigente: tutto quello che c’è da sapere
Lingotti d’oro, monete da investimento, gioielli che non ricordavi più di avere o magari quel vecchio orologio che ti hanno lasciato in eredità. Hai mai pensato che potrebbero valere una fortuna?
Se hai pensato di rivenderli, ma alla fine ti sei tirato indietro perché hai molti dubbi e non sai come muoverti, in questo articolo ti sveleremo tutto ciò che devi sapere sulla compravendita dell’oro e la normativa che la regolamenta.
Come funziona la compravendita dell’oro? La normativa italiana
Per sapere di più riguardo la compravendita dell’oro, la normativa che la regolamenta e le varie fasi del processo di vendita, è necessario innanzitutto capire cosa stabilisce la giurisprudenza in materia.
In Italia la normativa sulla compravendita dell’oro è regolamentata dalla Legge n° 7 del 17 Gennaio 2000 che recepisce la direttiva europea e stabilisce quanto segue:
- Cosa si intende con il termine “oro”. L’articolo 1 della legge che abbiamo preso a riferimento definisce cosa può essere considerato oro. A tal proposito: al Comma Avengono riportati i formati tradizionalmente considerati “da investimento”, ossia lingotti e monete da investimento, mentre al Comma B viene menzionato il “il materiale d’oro diverso da quello di cui alla lettera A”, dunque gioielli, oro a uso industriale e altri manufatti con purezza non inferiore a 325 millesimi.
- Caratteristiche e purezza dell’oro. La normativa precisa le caratteristiche minime che devono avere l’oro da investimento (Comma A) e gli altri formati (Comma B). Nello specifico:
- Lingotti d’oro. Oltre a doversi presentare nella caratteristica conformazione rettangolare che contraddistingue i lingotti, devono avere un peso minimo di 1g e una purezza non inferiore ai 995 millesimi. A garanzia di autenticità, le caratteristiche dei lingotti d’oro devono essere contrassegnate sul lingotto stesso.
- Monete da Investimento. Coniate dopo il 1800 con precedente corso legale e purezza non inferiore a 900 millesimi. Queste, in sintesi, le caratteristiche delle monete da investimento. Possono essere rivendute a un prezzo non superiore all’80% del valore dell’oro in esse contenuto.
- Gioielli e altri manufatti. Purezza pari o superiore a 325 millesimi.
- Esenzione da imposte. Nella fase d’acquisto, l’oro non è soggetto a imposte. Il prezzo di vendita, dunque, è esente da IVA. Ecco un ottimo motivo per investire sull’oro fisico. Ad ogni modo, ciò è possibile nel caso in cui l’oro venga acquistato da operatori certificati, regolarmente iscritti all’Albo redatto dalla Banca d’Italia.
- Rendita finanziaria. Se sei alla ricerca di un investimento sicuro, l’oro è senza dubbio la scelta giusta, per almeno due motivi. Il primo lo abbiamo illustrato al punto precedente, il secondo riguarda l’ottimo rendimento finanziario di questo materiale.Tuttavia è bene ricordare che, proprio in quanto rendita finanziaria, la plusvalenza derivante dalla vendita dell’oro è soggetta a imposte.
- Come vengono calcolate le imposte sulla vendita? Come abbiamo anticipato al punto precedente, se rivendiamo il nostro oro a un prezzo maggiore rispetto a quanto lo abbiamo comprato, otterremo quella che in termini finanziari viene definita come “plusvalenza”. Quest’ultima è soggetta a tassazione, poiché assimilabile a rendita finanziaria. L’imposta sulla plusvalenza è pari al 26% dell’importo della plusvalenza.
- Perché è importante conservare la prova d’acquisto? Benché in fase di acquisto l’oro non sia soggetto a IVA, è assolutamente importante farsi rilasciare una ricevuta che ne documenti l’acquisto. Non dimenticarlo mai! Qualora dovessi esserne sprovvisto, il fisco presupporrà una plusvalenza del 25%, sulla quale verrà applicata un’imposta del 26%. Cosa significa? Facciamo un esempio. Mettiamo il caso che tu abbia comprato € 10.000 di lingotti d’oro che hai deciso di rivenderli, ma hai perso lo scontrino. Per semplificare, ipotizziamo che la quotazione dell’oro sia rimasta invariata, quindi il prezzo di vendita corrisponderà al prezzo d’acquisto, che in questo caso abbiamo ipotizzato essere pari a € 10.000. Come dicevamo, è importante conservare la prova d’acquisto, per dimostrare di non aver ottenuto plusvalenza.In caso contrario, il fisco presupporrà una plusvalenza pari al 25% del prezzo di vendita. Nel nostro esempio, € 2500. Su tale importo, verrà applicata un’aliquota del 26%, nel nostro esempio € 650. Ciò significa che, pur non avendo ottenuto plusvalenze, malgrado la quotazione dell’oro sia rimasta invariata, rivendendo i tuoi lingotti perderesti € 650. Cosa che non succederebbe in possesso della ricevuta d’acquisto.
Le 4 fasi della compravendita dell’oro
Dopo aver esaminato nel dettaglio alcune questioni relative alla compravendita dell’oro e alla normativa che la regolamenta, è giunto il momento di fornirti qualche informazione sulle fasi della vendita. Ecco cosa devi fare, se vuoi rivendere il tuo oro:
1. Controlla la caratura. L’oro è un metallo molto duttile e per realizzare manufatti deve essere legato ad altri metalli. La caratura è un parametro che indica la purezza dell’oro, ossia la quantità di oro presente in un oggetto.
2. Pesa il tuo oro. La quotazione dell’oro viene stabilita al grammo, dunque è importante pesare il tuo oro prima di venderlo.
3. Controlla la quotazione dell’oro. Se vuoi conoscere il valore del tuo oggetto in oro, è indispensabile controllare la quotazione.
4. Rivolgiti a un compro oro. Affidarsi a un professionista del settore è fondamentale, per ottenere la valutazione corretta e non rischiare di prendere delle fregature.
A chi rivolgersi per una compravendita sicura e affidabile
In questo articolo ti abbiamo illustrato in dettaglio come funziona la compravendita dell’oro, la normativa che la regolamenta e le varie fasi in cui si articola la vendita dei metalli preziosi.
La regola d’oro per la compravendita è affidarsi a un professionista del settore, regolarmente iscritto al registro del Banco Metalli come Orodei. Professionalità, affidabilità e trasparenza sono le parole d’ordine dei nostri servizi.
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